“chi come me soffre di Parkinson, tende a vergognarsi, a nascondersi e lentamente si avvilisce, gliela da vinta.

Non voglio arrendermi.”

 

Il 30 giugno partirà in moto da Pisa lungo la bellissima Transfaragan, meta di molti amatori delle due ruote e non sarà solo: ad accompagnarlo la sua fidata Honda Transalp 650 e un ospite indesiderato: il Parkinson.

Sandro, classe 58, pisano di origine e per vocazione, non è nuovo ai lunghi viaggi in solitaria, ma questa volta la sua sfida sarà più impegnativa che mai.

Nel 2014 gli è stato diagnosticato il morbo di Parkinson, un nemico che ha deciso di conoscere, affrontare e contrastare. Lo abbiamo incontrato e ci ha raccontato come è nata la sua iniziativa.

Pisa, 10 giugno 2019

 

Sandro appare tranquillo, ha grande consapevolezza della sua condizione, di quello che comporta e dove lo condurrà ed è con questa conoscenza, che ha raccolto informandosi da solo, che ha deciso di reagire.

“Mi hanno detto che può durare anche 20 anni; ma non è il tempo a fare la differenza, quanto il modo in cui ci si arriva

E così Sandro scopre che Oltreoceano, in America, la malattia di Parkinson viene affrontata con la Boxe e con le arti marziali e si iscrive in palestra, sotto la guida del suo maestro e ormai fidato amico Federico Fragale. Ci confessa “la mia sfida è iniziata da lì”.

Gli chiediamo: “ma come è nata l’idea di fare un viaggio così lungo nelle sue condizioni?”

“Ho già viaggiato in sella alla mia moto e già conoscevo la Transfaragan e poi l’anno scorso ho pensato perché no??” “vede” – mi spiega “chi come me soffre di Parkinson, tende a vergognarsi, a nascondersi e lentamente si avvilisce, gliela da vinta. Mi hanno detto che può andare aventi così per 20 anni. 5 ne sono già passati e non posso permettermi di pensare che d’ora in poi per me ci sarà solo questo. Non voglio abbandonare le mie passioni, la boxe, la moto e la tifoseria della mia Pisa. Sono interessi che ho sempre portato avanti e fanno parte di me. Non voglio arrendermi.”

Coraggioso

“Non sono coraggioso, sono solo Sandro, sono sempre io. Non voglio essere visto come un eroe”

E come sta affrontando questa attenzione mediatica da parte di tutti quelli che hanno conosciuto la sua storia e che la supportano?

“quando ho aperto la mia pagina su Facebook Sandro sfida il Parkinson non avevo considerato le conseguenze. Non era mia intenzione essere al centro dell’attenzione e sembrare un eroe. Volevo solo raccontare la mia storia e mostrare che un atteggiamento positivo e l’accettazione consapevole della condizione limitante della malattia possono aiutare a conservare la qualità della vita. Avere una vita soddisfacente è fondamentale”.

Rimango senza fiato davanti alle sue parole.

Continua “siamo quotidianamente travolti dalle nostre vite, corriamo a destra e a manca per poter raggiungere i nostri obiettivi, ma finché non troviamo ostacoli, non pensiamo che potrebbero essercene. Ma è così e dobbiamo essere pronti. Pronti ad adeguarci, ma senza cambiare”

“per me questo è una viaggio normale, solo con un bagaglio più pesante”.

Se pensa al suo lungo viaggio, quale pensa che possano essere gli ostacoli più importanti?

“non mi preoccupa il viaggio in se, ma le conseguenze della malattia. Le medicine danno sonnolenza, è un’incertezza il mettersi alla guida.”

Lei parte da Pisa il 30 giugno. Poi da lì qual è il programma di viaggio?

“Arriverò in nord Italia, dove incontrerò il mio amico Oliver, poi da lì giù verso la Transilvania, prima tappa Budapest, un’unica traversata, poi l’idea è di arrivare fino a Bucharest. Viaggerò la mattina, mi fermerò per pranzo da qualche parte a riposare. Poi dopo le 15, quando la sonnolenza sarà passata, riprenderò il viaggio fino all’ora di cena. Il percorso lo stabilirò strada facendo, secondo le mie condizioni di salute.”

Dove alloggerà? Ha già prenotato?

“no, vedrò lì per lì, poi ho diversi amici in quelle zone che mi aspettano, andrò a trovarli, spero di farcela”.

Cosa pensa di trovare alla fine di questa impresa?

La volontà di avercela fatta nonostante tutto, alla fine fai una cosa facile in un modo difficile.

E’ la volontà quindi, il suo messaggio per tutti quelli che come lei stanno affrontando il Parkinson? In Italia sono molti, mezzo milione, e sempre di più sono i giovani che ne sono colpiti.

“SI, se riuscirò nell’impresa, vorrà dire che si può convivere con questa terribile malattia”.

 

La sua è una ricerca sul campo, ha messo a disposizione di tutti la sua volontà e il coraggio che solo un eroe moderno può avere per dimostrare qualcosa di indimostrabile. E non sono pochi quelli che la pensano così. Sandro infatti ha richiamato l’attenzione anche dall’ estero, dove sono molti quelli che lo hanno contattato per incoraggiarlo, purtroppo qualcuno anche per scoraggiarlo. E’ per queste persone che il viaggio di Sandro si è vestito di una importanza sociale e comunque andrà, appellativi da eroe a parte, noi tutti crediamo in te e ti ringraziamo e per questo ci permettiamo di scavalcare le formalità e ridare a gran voce:

 

Vai Sandro, spacca tutto!